martedì 1 febbraio 2011

TEMPUS FUGIT



Ieri ho partecipato al seminario sulla gestione del tempo che si è tenuto nella nostra sala conferenze. Una bella sala, con la capacità di contenere fino a 30 persone. Ieri era davvero piena. Piena di persone ma soprattutto di contenuti interessanti. Dai quali ho preso spunto per questo articolo.

La gestione del tempo, in una società complessa e ricca di stimoli come la nostra, è prioritario se si vuole combinare qualcosa. Gestire il tempo in base a criteri di urgenza e importanza, si diceva. Perchè una cosa può essere totalmente urgente e importante, urgente e non importante, importante e non urgente oppure inutile.



Ecco, la cosa che mi ha colpito è come il terzo quadrante, quello delle cose urgenti ma non importanti, sia quello in cui si collocano le attività che possono essere delegate o procastinate perchè costituiscono delle interruzioni. Tra le cose delegabili si collocano la media delle telefonate che giornalmente riceviamo.

Il docente, l'avvocato Francesco Carraro, un brillante professionista che ha lo studio al secondo piano del palazzo in cui si trova il nostro Centro, da 2 anni utilizza il nostro servizio di Ufficio Virtuale. La sua decisione di utilizzare l'Ufficio Virtuale è stata motivata dalla constatazione che, alla luce di quanto sopra, il tempo che perdeva per le telefonate in ricezione lo distraevano e gli rendevano la giornata improduttiva. Il nostro servizio di Ufficio Virtuale gli consente ora di deviare le telefonate dal suo studio alla nostra segreteria a cui rispondiamo col suo nome. E due volte al giorno gli passiamo un report con la lista delle chiamate ricevute.

Tornando al seminario, l'avvocato Carraro ci ha presentati come "eliminatori di inefficienze". Ecco, non avrei mai pensato di essere portato a modello in un corso. Ma in effetti è proprio quello che facciamo per i clienti: riduciamo le distrazioni rispondendo alle loro telefonate in modo professionale, consentendo loro di concentrarsi maggiormente e di gestire il loro tempo nella maniera migliore. E tutto ciò si traduce in diminuzione dei costi, aumento della produttività, miglioramento  della qualità del loro tempo e miglioramento della progettualità.

Per qualsiasi chiarimento telefonate all'avvocato Carraro. Ma ovviamente passerete per la nostra segreteria!

Gianluca Pollesel

venerdì 21 gennaio 2011

SULLA “PAUSA CAFFE’” E GLI ALTRI TEMPI NON LAVORATIVI



Da tempo sono abbonato alla mailing list dello Studio Bicego (www.bicego.it), uno dei maggiori/migliori studi che fa formazione che conosca. A dire il vero ho fatto parecchi seminari con loro in passato, tutti di altissimo livello. Antono Bicego, che mi onora della sua amicizia, è una persona davvero grandiosa anche da un punto di vista umano.

Stamattina ricevo per email queste nota. Mi piace, perchè in rispecchia il mio modo di concepire il lavoro e l’ambiente dove viene svolto.
Leggiamola insieme e commentiamola.

“I Tempi Non Lavorativi sono tutti quei momenti che un dipendente trascorre in azienda senza effettivamente dedicarsi al lavoro in un’ottica di produttività, di efficacia, di efficienza. La “Pausa Caffè” può essere un esempio piuttosto eloquente di Tempo Non Lavorativo: è una manciata di minuti nel corso della quale un individuo, una coppia, un gruppetto più o meno folto di colleghi, si ferma, arresta temporaneamente l’attività lavorativa per parlare od occuparsi d’altro. A rigore del vero, ci sono anche casi di caffè bevuti alla scrivania tra una scrittura contabile e l’altra, e situazioni di caffè collettivi che non interrompono discussioni già iniziate in ufficio.
Ma sono eccezioni.
L’obiettivo qui non è quello di processare la Pausa Caffè, disprezzandola o assolvendola, ma semplicemente quello di adottarla come esempio di Tempo Non Lavorativo per poter fare qualche riflessione su quest’ultimo.
Potremmo alla stessa stregua parlare di “Pausa Sigaretta” o delle chiacchiere, su fatti privati, che scorrono tra una scrivania e l’altra di un ufficio, e ugualmente parleremmo di Tempi Non Lavorativi.

L’attenzione qui, però, vuole trascurare i fatti in sé per soffermarsi, invece, sulle implicazioni che da essi possono derivare: la Pausa Caffè, tanto aborrita da buona parte dei capi e sulla quale abbondano accuse spesso generiche e nel complesso poco convincenti, non è in sé e per sé buona o cattiva, ma può generare un forte potere condizionante il proseguo del lavoro in termini positivi o negativi, più o meno ampi. L’idea di fondo consiste nell’importanza della consapevolezza che i Tempi Non Lavorativi possono avere una portata emotiva ed influenzante che impatta sulle persone, sul clima e quindi sul fatturato aziendale.

Alla Pausa Caffè non vogliamo imputare nulla astrattamente, ma se, per esempio, quel tempo viene dedicato al pettegolezzo ed al discredito di un collega non presente, possiamo effettivamente parlare di un Tempo Non Lavorativo che, in qualche modo, agirà negativamente sulla struttura, sul morale e sul lavoro delle persone. Noi, ingenuamente e distrattamente, pensiamo che, buttato nella spazzatura il bicchierino vuoto del caffè, tutto torni come prima. Non è così: abbiamo di fatto appena innescato un processo silenzioso e subdolo che un po’ rompe il gruppo, inceppa la buona comunicazione, crea fratture, lede la collaborazione, mina la trasparenza, insinua una velata disonestà, rende falsi i sorrisi….e tutto in modo pacato, non dirompente, ma disseminato in piccole e tenacissime dosi.
Momenti come questi hanno la portata di un sassolino buttato nello stagno: quello è già sparito e riposa sul fondale melmoso, ma un inesorabile movimento di onde regolari, sistemiche e più sommesse della loro causa, si sta già propagando in luoghi ben più ampi e lontani dal loro punto d’origine e con un aspetto affatto diverso e deformante.

La stessa fatidica pausa aziendale, però, può anche essere portatrice di risvolti sorprendentemente buoni e positivi: immaginiamo un commerciale che riunisce, per un caffè rigorosamente da lui offerto, un gruppetto di colleghi ai quali racconta, con un entusiasmo travolgente, il successo del suo recente contratto firmato proprio da quel cliente che tutti ritenevano impossibile da avvicinare e da conquistare. E’ come l’atmosfera di una commedia ben rappresentata in cui il pubblico non smette di applaudire e di identificarsi nel protagonista, e di lui vuole vivere lo stesso entusiasmo e la stessa bravura che hanno, per la loro forza positiva, una contagiosità pandemica.

Non penso ci sia un modo per “governare” i fatti, i meccanismi, gli echi dei Tempi Non Lavorativi. Penso, anzi, che sia un fenomeno così frammentariamente vario e minutamente disseminato, da risultare inafferrabile o comunque inutilmente o inopportunamente domabile. Ciò non significa, però, doverne subire i risvolti negativi o, al contrario, non poterne usare la spinta positiva. Non significa non esserne coscienti e non possedere la consapevolezza che le cose mai avvengono casualmente, e che le loro ragioni e le loro cause esistono e, a volte, sfuggono a quelli che sono i percorsi e gli itinerari usuali, codificati e visibili della vita aziendale.

Quello dei Tempi Non Lavorativi è un fenomeno che riguarda tutti in azienda, chi è capo e chi capo non è. E’ un concetto che va ricollegato alle idee di Benessere e di Responsabilità.
Il capo, tra i vari principi del buon condottiero, non deve scordare il Benessere dei suoi uomini. Il Benessere non è univoco nei contenuti, ma assume sfaccettature diverse per ognuno di noi. L’esito del Benessere, però, è lo stesso per tutti e si traduce in fiducia, impegno, appartenenza e fedeltà lavorativi. Chi vive il Benessere Aziendale, anche nei Tempi Non Lavorativi agirà e penserà secondo le logiche del benessere e diffonderà benessere.
La Responsabilità dev’essere in tutti, capi e non capi, e in qualsiasi momento della vita lavorativa. In tal senso un agire ed un dire rigoroso e responsabile va tenuto anche nelle occasione dei Tempi Non Lavorativi. Quando meno ce l’aspettiamo, con le nostre parole, in piccola parte ciascuno di noi può infatti contribuire ad influenzare destini e a creare sorti.

E cosi, senza rendersene conto o con eccessiva leggerezza, l’uomo alla macchinetta del caffè, con la tazzina in mano, mescolando lo zucchero, di fatto, con le sue parole pesanti, si sta comportando nei confronti di qualcuno che lì non c’è, come un piccolo giudice che, con la visibilità di un fantasma, agisce sotto le scrivanie aziendali.”
Anna Savegnago
fonte: www.bicego.it

Abbastanza attuale, no?

Gianluca Pollesel

martedì 18 gennaio 2011

DAY OFFICE E SALE RIUNIONI: OFFERTA PACCHETTI PREPAGATI


Da parecchi anni ormai proponiamo i nostri servizi a giornata con la formula dei pacchetti prepagati, un modo  davvero innovativo nel nostro settore.

I pacchetti sono il modo decisamente più conveniente di acquistare le giornate o le mezze giornate di servizio e di utilizzarle senza scadenza e soprattutto ottenere sconti fino al 30%!

Digressione.
Cosa sono i servizi a giornata? Sono i servizi che offriamo nella nostra struttura solo per un giorno o addirittura per mezza giornata. Sono quindi il noleggio giornaliero di uffici o di sale riunioni.
Al Business Center abbiamo uffici appositamente riservati per i servizi di Day Office. E poi abbiamo 4 sale riunioni, da 8, 10, 16 e 30 posti, attrezzate di tutto punto.

A cosa servono questi servizi?
Immaginate di dover selezionare dei candidati per un lavoro, degli agenti o di voler ricevere dei clienti in una città in cui non avete la sede. O semplicemente perchè la vostra sede è difficilmente raggiungibile o perchè ritenete che un ufficio in centro città e in una zona strategica posizionata in un indirizzo prestigioso  possa essere di maggior immagine per i nostri affari.

Immaginate di voler convocare una riunione, di voler organizzare un’asseblea, un corso di formazione.
Ancora oggi molti incontri simili avvengono in luoghi pubblici come i bar, per la prima ipotesi, e in alberghi, per la seconda.
Nella società dell’immagine in cui viviamo queste due le soluzioni sono piuttosto aleatorie soprattutto per l’esito che possono avere sulle terze persone: il bar chiaramente per la poca riservatezza e la sensazione di precarietà e l’albergo perchè non è un ambito focalizzato al lavoro e decisamente provvisorio.

Quando prendete un ufficio o una sala riunioni a giornata al Business Center entrate in un mondo stabile e certo. Qui tutto è focalizzato al business e a farvi sentire come nel vostro ufficio. E i vostri clienti, amici, colleghi lo saranno altrettanto. L’ambiente e tutto il contorno parlano di affari, di business. Del vostro business.

Chiamate il numero verde 800/511.511 o inviate un’email richiedendo le quotazioni. O, meglio ancora, venite a trovarci: Vi offriremo il caffè di George Clooney!
Gianluca Pollesel

lunedì 17 gennaio 2011

GOOGLE ANALYTICS: LE PAROLE CHIAVE DI BUSINESS CENTER



Aggiorniamo un post precedente con le ultime parole chiave con cui il nostro sito viene trovato nel mare magnum (non il gelato...) di internet.

Questo sono le ricerce solamente del mese di dicembre : 501 visite con l’81,64% di nuovi visitatori, sintomo che esiste movimento nel nostro settore.  Valutando però le ricerche rispetto i mesi precedenti però non riesco a trarre delle conclusioni: infatti i movimenti non seguono trend, circostanze, promozioni. Il sito, e come questo anche altre realtà in questo settore, seguono onde del mercato piuttosto improvvise e non pianificabili.

Ahimè questo è davvero un gioco difficile da gestire. Resta il fatto che le segnalazioni, i contatti e le richieste di informazioni sui nostri servizi provengono ormai per la totalità dal sito.

Che sia perchè non abbiamo altre pubblicità in giro?

Gianluca Pollesel
Ecco presentate, in ordine di importanza, le chiavi di ricerca e le ricorrenze (di seguito).
1.    business center56
2.    (content targeting)50
3.    uffici affitto 28
4.    ufficio padova26
5.    uffici arredati22
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giovedì 30 dicembre 2010

UN ANNO DA DIMENTICARE?



Ecco come il collega Oscar Sacchi del centro O&A di Carpi (MO) ci rallegra con la sua ironia.

Buon anno a tutti!

mercoledì 22 dicembre 2010

REGALI DI NATALE AL BUSINESS CENTER

Da qualche anno  la nostra abitudine di fare dei regali ali Clienti in occasione delle feste di Natale si è trasformata in qualcosa di diverso, di più etico.

Alle bottiglie di spumante, ai libri, alle litografie d'autore da diversi anni preferiamo la solidarietà. Già, perchè a Natale ormai tutti noi abbiamo tutto e pure il superfluo. Altre persone invece no. Per loro il Natale non è quell'occasione di gaiezza e di felicità che ci accomuna.

Così, in modo molto semplice, abbiamo deciso di onorare questo momento dedicando il nostro budget per i regali natalizi a chi ne ha davvero bisogno.

Quest'anno restiamo in casa. Tutti voi sapete così è successo recentemente nella nostra terra: fiumi che hanno esondato, famiglie sbaraccate, attività e imprese economiche distrutte, agricoltura spazzata. Il nostro Natale quest'anno va a sostenere l'emergenza causata dall'alluvione nel Veneto.

E invito chi se lo sentisse di fare altrettanto. Non servono grandi cifre. Una goccia, insieme a un'altra e un'altra ancora possono fare molto. Ok, la metafora in questo caso è fuori luogo, ma il senso resta. Con poco a testa, mettendoci insieme, si può fare moltissimo!

Un buon Natale a tutti, allora.

Gianluca Pollesel

PS - riporto il link di una pagina in cui sono presenti tutti i riferimento per le donazioni. A voi la massima libertà di scegliere a chi dedicare il vostro aiuto. Vanno bene tutti.

http://www.csvpadova.org/index.php?option=com_content&view=article&id=881:donazioni-per-alluvione&catid=2:comunicati-stampa&Itemid=199

venerdì 17 dicembre 2010

PORTE ELETTRONICHE AL BUSINESS CENTER

[caption id="" align="alignleft" width="300" caption="serratura precendente a quella elettronica"][/caption]

Allora, precisiamo, non totalmente elettroniche. A dirla come il titolo potrebbero sembrare quelle da nave spaziale. In effetti, invece, sono di legno, solido legno.

E' il  cuore a essere elettronico. Un'elettronica raffinata che ci ha permesso di rendere completamente controllate da trasponder l'accesso di tutte le porte degli interni 6 e 8 del nostro Centro.

E la cosa speciale di queste serrature è che non hanno necessitato di interventi murari per far arrivare alimentazione e connessione di rete. Normalmente bisogna intervenire in modo pesante (e costoso!!) per poter fare qualcosa di simile. Invece in questo caso no.
Il segreto sta nella particolare tecnologia delle serrature SALTO che si avvale di autoalimentazione a batterie e di un sistema di passaggio dei dati "virale" tra i vari transponder. Sembra complicato a dirlo ma nei fatti è sufficiente programmare un qualsiasi transponder perche questo si faccia portatore di tutti i dati che autorizzano l'accesso a tutte le porte.

Adesso quindi siamo in grado di autorizzare accessi fuori orario in modo semplice e sicuro, in quanto le serrature, comprese quelle delle porte blindate, ovviamente,  sono dotate di sistemi di anti intrusione. E per il controllo dei locali niente passa inosservato, essendo tutti i varchi sottoposti a controllo con videosorveglianza.

Perchè il transponder invece della carta con banda magnetica? Rispondo con una domanda: quante volte vi è successo in albergo che non vi funzionasse la card siete stati costretti a scendere alla reception per cambiarla? Ecco, il transponder non ha questo problema. Basta avvicinarlo alla serratura e... click! sempre , 100 su 100. E si programma all'infinito in modo versatile e semplicissimo!

Gianluca Pollesel