martedì 28 settembre 2010

L'UFFICIO GESTALTICO?

Yess, il nostro ufficio è Gestaltico.

No, non mi sono bevuto il cervello. E' che oggi mi sono imbattuto nuovamente in questa parola, che mi aveva così affascinato quando la studiai all'università in un corso di "Pscicologia cognitiva", e ho provato a ricondurla al mio lavoro.

In definitiva  una cosa è Gestaltica se  l'insieme delle parti che la compongono, prese separatamente, non servono più allo scopo per cui quella cosa era costruita.

E' una parola tedesca che riferisce a una corrente della psicologia, la Gestalt appunto, dell'inizio del '900.

Riporto il concetto di Gestalt nel servizio che offro: il servizio di ufficio arredato temporaneo. Semplice. Hai bisogno di un ufficio, vieni nel nostro Centro, scegli l'ufficio che veste meglio le tue esigenze, stipuli il contratto e cominci a lavorare.

Bene. Ma da cos'è composto tutto questo servizio? Soprattutto: quali sono le parti che lo compongono e quanto costano?

Semplice anche qui: è composto da un immobile (l'ufficio vero e proprio, le parti comuni, i corridoi, i bagni, le sale d'attesa, le scale), dall'arredamento (mobili, lampade, appendiabiti, tende, suppellettili), dai costi invisibili che si chiamano servizi, come le manutenzioni, i canoni e le utenze, le pulizie, gli adeguamenti normativi, il personale di reception sempre presente.

Ora, se prendiamo le varie componenti e le assembliamo tra di loro otteniamo una cosa molto simile al servizio che offriamo. E il valore economico? Per calcolarlo abbiamo creato uno strumento su web che permette a chiunque di valorizzare tutte queste fasi e di rendersi conto quanto costi un ufficio gestito in proprio.

E la Gestalt, dov'è finita?
Ecco, se prendiamo i vari componenti dell'ufficio, per conto loro, ci potremmo fare un sacco di cose, dicevo. Messi però all'interno del nostro Centro Uffici diventano un servizio unico e inscindibile, che produce un effetto superiore alla somma del valore delle parti. E questo è riscontrabile non solo dai valori economici, che rendono il nostro servizio assolutamente competitivo rispetto una gestione autonoma dell'ufficio. Ma è verificabile anche da quel valore non che non si può calcolare che è dato dal trovarsi in una struttura professionale organizzata per rendere la vita dell'ufficio un'esperienza nuova e piena di energia, un punto di partenza, di sinergia e di incontro che non si potrebbe trovare altrimenti.

Cose Gestaltiche, insomma.

Gianluca Pollesel

lunedì 20 settembre 2010

EXTRA E' MEGLIO!

ufficio virtuale business center padovaDa ottobre comincia l'eccezionale promozione per il nuovo servizio Ufficio Virtuale EXTRA!

Chi non sapesse cosa sia il servizio di Ufficio Virtuale pensi solo che è il modo più facile, economico, veloce e d'immagine per abbattere i costi della segreteria di un ufficio o per aprire un nuovo ufficio!

In definitiva vi attiviamo un numero telefonico personalizzato nella nostra centrale telefonica, un numero di fax digitale e riceviamo la vostra posta presso il nostro indirizzo. Ah, tra l'altro, al numero telefonico che vi diamo rispondiamo noi col vostro nome, sempre e comunque, dalle 8 e mezza alle 7 di sera.

Tempo di attivazione del servizio? 15 minuti, il tempo di firmare il contratto (e di pagarlo, anche ;-))

Per soddisfare differenti esigenze abbiamo costruito diverse "taglie" di servizio, da quella per l'azienda appena costituita a quella per il grosso studio di avvocati che riceve decine telefonate, raccomandate e atti giudiziari.

Da ottobre, dicevo, parte la innovativa promozione del servizio Ufficio Virtuale EXTRA fino al 31 dicembre.

Ai diversi servizi di Ufficio Virtuale in abbonamento (Small, Medium, Large) aggiungiamo la formula EXTRA! Con solo il 30% in più del costo del pacchetto prescelto aggiungiamo fino a 6 giornate intere di Day Office, l'ufficio a giornata da usare al bisogno senza l'impegno di un ufficio fisso.

Ecco l'anello di congiunzione tra il puro Ufficio Virtuale e l'Ufficio Arredato!

E per i primi 5 contratti includeremo anche 1 giornata di Sala Riunioni per tutta la durata del contratto!

Per maggiori informazioni chiamate il numero verde 800/511.511 o scrivete a info@businesscenter.it.

A prestissimo allora!

Gianluca Pollesel

martedì 14 settembre 2010

IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI



Ok, titolo un po' forte ma abbastanza significativo ed esplicativo di quello che ci è successo.

In agosto abbiamo fatto un po' di ferie col blog. Poi l'ultimo giorno delle mie vacanze ricevo un messaggio, sul mio inseparabile Blackberry, dal nostro blog che dice che una pagina è cambiata. E qualche minuto dopo ricevo un mesaggio di un nuovo post pubblicato che dice "Lasciate fare i lavori a chi ne è capace... hihihihi!!" (post che avrete ricevuto anche voi, tra l'altro).

Non capivo, stordito dal messaggio strano e non atteso, cosa potesse essere successo.

Il giorno seguente, al rientro in ufficio, la verità. Scopro che un "abile informatico" (a voi in seguito etichettarlo con gli epiteti più adeguati) è entrato nel blog tramite una falla di Wordpress, la piattaforma che usiamo per il blog, la più utilizzata al mondo, e ha cancellato  TUTTO! E quando dico tutto intendo  3 anni di lavoro, una novantina di articoli originali, ore, mesi  di lavoro e ricerche sulla tecnologia per rendere il blog più leggibile, studi dei grafici per creare un prodotto coordinato. Tutto per dimostrare quanto in gamba fosse, l'"abile informatico".

Sì, perchè la pagina che ha attaccato era quella in cui spiegavo come si potesse installare Wordpress su un proprio dominio, cercando di fare un favore a chi non lo sapeva fare. Questo "abile informatico", piccato evidentemente dal fatto che avessi detto qualcosa di troppo semplicistico e magari incompleto, si è arrogato il diritto di fare giustizia dimostrando che le cose così come le avevo spiegate erano da incompetenti.

Ecco perchè siamo rimasti in silenzio per tutto questo tempo. Abbiamo dovuto trovare la soluzione che temporaneamente ci permettesse di continuare a scrivere in un modo abbastanza veloce senza rinunciare alla flessibilità di wordpress.

Un po' alla volta ricaricheremo anche tutti gli articoli di cui avevamo il backup. Ma ci vorrà tempo, molto tempo anche per fare solo questo.

Tutto perchè un "abile informatico" ha voluto lasciare la sua firma, proprio quella firma che sta seguendo la Polizia Postale.

Grazie ancora per la comprensione.

Gianluca Pollesel

lunedì 13 settembre 2010

MI FACCIO IMPRESA - SECONDO SALONE DEI NEOIMPRENDITORI


I giorni 1 e 2 ottobre presso la sede dell'Università Bocconi in via Via Roentgen 1 a Milano si svolgerà il secondo salone dedicato ai neoimprenditori: Mi faccio impresa 2010.

Con La nostra associazione di categoria Assotemporary parteciperemo con uno stand tutto nostro!

Inoltre venerdì 1 alle ore 17 avremo a disposizione una finestra di un'ora in cui spiegherò ai neoimprenditori cosa siano gli uffici arredati a tempo e quali vantaggi reali e immediati possano portare ad un'impresa appena costituita.

Penso che sia importante che chi vuole costituire una nuova impresa partecipi ai numerosi seminari GRATUITI durante la manifestazione. Il successo di un'impresa parte da una buona formazione imprenditoriale di base, soprattutto in questo momento storico che non perdona l'improvvisazione.

E invito tutti i colleghi dei centri italiani a farsi avanti e partecipi in quanto l'audience che troveremo in quei giorni sarà porprio quella che noi stessi vogliamo approcciare da sempre: i nuovi imprenditori!

A presto allora?

Gianluca Pollesel

mercoledì 1 settembre 2010

PASSATA LA CRISI, VIVREMO MEGLIO DI PRIMA



Riporto un articolo di Espansione di giugno 2009, a firma di Paolo Stefanato, in cui è intervistato Valerio Castronovo, il maggiore storico italiano dell’industria.
Dice: “Superata la decrescita, ci sarà più etica negli affari e nei consumi. E il capitalismo diventerà più robusto, dinamico ed equo”.

Passata la crisi, vivremo meglio di prima di Paolo Stefanato
“La crisi è generale. Ne soffrono la Germania, l’Inghilterra, la Francia. Ne soffrono gli Stati Uniti. Diceva il grande Einaudi che la scienza economica non esiste: esiste solo il buon senso applicato all’economia. E il buon senso in questo caso ci dice due cose. Primo: che nel tunnel della crisi ci siamo cacciati perché da almeno un paio di decenni viviamo tutti al di sopra dei nostri mezzi. Secondo: che per venirne fuori bisogna fare esattamente il contrario, cioè lavorare di più e guadagnare e spendere di meno. Questa corsa pazza dietro al superfluo conduce non soltanto alla rovina, ma anche all’insoddisfazione perpetua”. Sembrano parole di oggi, e invece così scriveva Indro Montanelli oltre vent’anni fa. E dunque cosa avverrà durante e soprattutto dopo la decrescita? E cosa fare per accelerarne l’uscita?
Valerio Castronovo, storico ed economista, è profondamente convinto che mutamenti radicali ci saranno. Ma è anche fiducioso perché la prima cosa che ci dice è: “Se ne uscirà l’anno prossimo, anche all’inizio. Dipende da come si muove la comunità internazionale: perché come la valanga è arrivata da lontano e ha investito tutti, così la sintonia delle politiche economiche sarà essenziale per uscirne”.


Ma come sarà la decrescita?
La parola chiave è fiducia: senza fiducia non parte niente. Le banche devono ricostituire i propri patrimoni, perché altrimenti non possono fare credito alle imprese. E la mina finanziaria dei titoli tossici dev’essere disinnescata. Questo è il presupposto. Il futuro?
Seguirà sempre i modelli del capitalismo, ma c’è un fatto fondamentale di cui tener conto.


E cioè?
Che il capitalismo si rinnova anche con le crisi. Nel senso che diventa più robusto, dinamico, equo. Se concordiamo sul fatto che il capitalismo produce benessere, ricchezza, reddito, possiamo guardare serenamente al futuro: perché questa crisi porterà ad una più equa distribuzione del reddito. Una strada che fa bene alla democrazia, all’economia di mercato e che restituisce la fiducia in esse.

Cosa dovremmo fare nel dopo-crisi per dimostrare di aver capito la lezione?
Si dovrà investire di più in ricerca, sviluppo, nuove filiere di prodotto. Beni correnti nei Paesi emergenti, valore aggiunto nei mercati più maturi. Ma tutto sarà dominato da maggior conoscenza, dalla capacità di gestire più cognizioni e di mettersi in gioco. Vale soprattutto per Stati Uniti ed Europa.


E che cosa cambierà di più?
Le prospettive migliori vengono da due settori: ambiente ed energia. Si cercherà di consumare meno combustibili possibile (ce ne sono, ma inquinano, creano effetto serra e cercarli costa sempre di più). Non a caso sono i due grandi temi sui quali scommette anche Barack Obama.
Ambiente ed energia sono settori economici che richiedono anche una cultura diversa …
Già, incorporano soprattutto valori di base, etici: quelli appunto che sono degenerati e che hanno fatto scoppiare la crisi. Si perseguiranno nuovi comportamenti nell’etica degli affari, non si guarderà solo ai risultati a breve. Non si tratta soltanto di volere aria più pulita: si tratta di inseguire una migliore qualità di vita.

La qualità della vita sarà sempre, come oggi, scandita dai prodotti di consumo?
Andrà al di là dei beni di consumo, o meglio, darà a essi un contenuto diverso. Per esempio, l’automobile non scomparirà ma si andrà verso auto ecologiche o a minor cilindrata. Saranno riformulati molti prodotti sia per risparmiare energia, sia per offrire prezzi accessibili. E il tutto avverrà con un elemento nuovo: la concorrenza dei Paesi emergenti. La Nano Tata, l’auto indiana low cost, può essere il simbolo di tutto questo. Di un rimescolamento mondiale di carte che potrà avere anche effetti sconvolgenti.

Diceva: "al di là dei beni di consumo…"
Sì, pensiamo all’agricoltura: sono stati abbandonati milioni di ettari, ma intanto la popolazione mondiale passava da tre a sei miliardi, con grandi squilibri tra risorse e popolazione. Si cercheranno nuovi equilibri di redistribuzione. Poi la crisi ci ha insegnato che bisogna provvedere di più alla salute e al welfare. Mai come oggi gli Stati Uniti hanno scoperto di avere livelli minimi di protezione sociale; l’Europa è più avanti. Ma la crisi ci pone anche un altro problema: perché mostra che gli ammortizzatori sociali non bastano…la speranza di vita media si è allungata, gli ultrasessantenni sono un terzo della popolazione e ci si chiede come assisterli adeguatamente.
Valori umani fondamentali, dunque?
C’è – ci sarà – la riscoperta di prospettive, aspettative ed esigenze che hanno anche a che fare con il sociale. Ma che, contemporaneamente, incidono sull’economia e che possono innescare attività di economia reale. Dieci anni fa si diceva: l’industria manifatturiera andrà riducendosi, avranno più importanza la conoscenza e la finanza. E se la conoscenza resta sempre essenziale, la vita lavorativa cambierà quattro, cinque volte. Avrà successo chi avrà più cognizioni e aggiornamenti continui.

La finanza invece?
I Paesi anglosassoni, soprattutto, hanno finanziarizzato l’economia, riducendola a puri movimenti di capitali e alla produzione di denaro dal denaro. Oggi Irlanda, Gran Bretagna, ma anche Spagna, Francia, Stati Uniti scontano la progressiva deindustrializzazione a vantaggio di un’economia di carta. La crisi ci riporta a valutare l’economia reale. Ecco, alla fine sa quale sarà la via felice della decrescita? La riscoperta dell’orgoglio del fare.”

Fiducia, dice Valerio Castronuovo. E’ la fiducia, la visione che le cose saranno migliori che ci animano e che ci fanno migliorare giorno per giorno. Perchè “panta rei”, tutto scorre.
Gianluca Pollesel