mercoledì 1 settembre 2010

PASSATA LA CRISI, VIVREMO MEGLIO DI PRIMA



Riporto un articolo di Espansione di giugno 2009, a firma di Paolo Stefanato, in cui è intervistato Valerio Castronovo, il maggiore storico italiano dell’industria.
Dice: “Superata la decrescita, ci sarà più etica negli affari e nei consumi. E il capitalismo diventerà più robusto, dinamico ed equo”.

Passata la crisi, vivremo meglio di prima di Paolo Stefanato
“La crisi è generale. Ne soffrono la Germania, l’Inghilterra, la Francia. Ne soffrono gli Stati Uniti. Diceva il grande Einaudi che la scienza economica non esiste: esiste solo il buon senso applicato all’economia. E il buon senso in questo caso ci dice due cose. Primo: che nel tunnel della crisi ci siamo cacciati perché da almeno un paio di decenni viviamo tutti al di sopra dei nostri mezzi. Secondo: che per venirne fuori bisogna fare esattamente il contrario, cioè lavorare di più e guadagnare e spendere di meno. Questa corsa pazza dietro al superfluo conduce non soltanto alla rovina, ma anche all’insoddisfazione perpetua”. Sembrano parole di oggi, e invece così scriveva Indro Montanelli oltre vent’anni fa. E dunque cosa avverrà durante e soprattutto dopo la decrescita? E cosa fare per accelerarne l’uscita?
Valerio Castronovo, storico ed economista, è profondamente convinto che mutamenti radicali ci saranno. Ma è anche fiducioso perché la prima cosa che ci dice è: “Se ne uscirà l’anno prossimo, anche all’inizio. Dipende da come si muove la comunità internazionale: perché come la valanga è arrivata da lontano e ha investito tutti, così la sintonia delle politiche economiche sarà essenziale per uscirne”.


Ma come sarà la decrescita?
La parola chiave è fiducia: senza fiducia non parte niente. Le banche devono ricostituire i propri patrimoni, perché altrimenti non possono fare credito alle imprese. E la mina finanziaria dei titoli tossici dev’essere disinnescata. Questo è il presupposto. Il futuro?
Seguirà sempre i modelli del capitalismo, ma c’è un fatto fondamentale di cui tener conto.


E cioè?
Che il capitalismo si rinnova anche con le crisi. Nel senso che diventa più robusto, dinamico, equo. Se concordiamo sul fatto che il capitalismo produce benessere, ricchezza, reddito, possiamo guardare serenamente al futuro: perché questa crisi porterà ad una più equa distribuzione del reddito. Una strada che fa bene alla democrazia, all’economia di mercato e che restituisce la fiducia in esse.

Cosa dovremmo fare nel dopo-crisi per dimostrare di aver capito la lezione?
Si dovrà investire di più in ricerca, sviluppo, nuove filiere di prodotto. Beni correnti nei Paesi emergenti, valore aggiunto nei mercati più maturi. Ma tutto sarà dominato da maggior conoscenza, dalla capacità di gestire più cognizioni e di mettersi in gioco. Vale soprattutto per Stati Uniti ed Europa.


E che cosa cambierà di più?
Le prospettive migliori vengono da due settori: ambiente ed energia. Si cercherà di consumare meno combustibili possibile (ce ne sono, ma inquinano, creano effetto serra e cercarli costa sempre di più). Non a caso sono i due grandi temi sui quali scommette anche Barack Obama.
Ambiente ed energia sono settori economici che richiedono anche una cultura diversa …
Già, incorporano soprattutto valori di base, etici: quelli appunto che sono degenerati e che hanno fatto scoppiare la crisi. Si perseguiranno nuovi comportamenti nell’etica degli affari, non si guarderà solo ai risultati a breve. Non si tratta soltanto di volere aria più pulita: si tratta di inseguire una migliore qualità di vita.

La qualità della vita sarà sempre, come oggi, scandita dai prodotti di consumo?
Andrà al di là dei beni di consumo, o meglio, darà a essi un contenuto diverso. Per esempio, l’automobile non scomparirà ma si andrà verso auto ecologiche o a minor cilindrata. Saranno riformulati molti prodotti sia per risparmiare energia, sia per offrire prezzi accessibili. E il tutto avverrà con un elemento nuovo: la concorrenza dei Paesi emergenti. La Nano Tata, l’auto indiana low cost, può essere il simbolo di tutto questo. Di un rimescolamento mondiale di carte che potrà avere anche effetti sconvolgenti.

Diceva: "al di là dei beni di consumo…"
Sì, pensiamo all’agricoltura: sono stati abbandonati milioni di ettari, ma intanto la popolazione mondiale passava da tre a sei miliardi, con grandi squilibri tra risorse e popolazione. Si cercheranno nuovi equilibri di redistribuzione. Poi la crisi ci ha insegnato che bisogna provvedere di più alla salute e al welfare. Mai come oggi gli Stati Uniti hanno scoperto di avere livelli minimi di protezione sociale; l’Europa è più avanti. Ma la crisi ci pone anche un altro problema: perché mostra che gli ammortizzatori sociali non bastano…la speranza di vita media si è allungata, gli ultrasessantenni sono un terzo della popolazione e ci si chiede come assisterli adeguatamente.
Valori umani fondamentali, dunque?
C’è – ci sarà – la riscoperta di prospettive, aspettative ed esigenze che hanno anche a che fare con il sociale. Ma che, contemporaneamente, incidono sull’economia e che possono innescare attività di economia reale. Dieci anni fa si diceva: l’industria manifatturiera andrà riducendosi, avranno più importanza la conoscenza e la finanza. E se la conoscenza resta sempre essenziale, la vita lavorativa cambierà quattro, cinque volte. Avrà successo chi avrà più cognizioni e aggiornamenti continui.

La finanza invece?
I Paesi anglosassoni, soprattutto, hanno finanziarizzato l’economia, riducendola a puri movimenti di capitali e alla produzione di denaro dal denaro. Oggi Irlanda, Gran Bretagna, ma anche Spagna, Francia, Stati Uniti scontano la progressiva deindustrializzazione a vantaggio di un’economia di carta. La crisi ci riporta a valutare l’economia reale. Ecco, alla fine sa quale sarà la via felice della decrescita? La riscoperta dell’orgoglio del fare.”

Fiducia, dice Valerio Castronuovo. E’ la fiducia, la visione che le cose saranno migliori che ci animano e che ci fanno migliorare giorno per giorno. Perchè “panta rei”, tutto scorre.
Gianluca Pollesel

2 commenti:

Illegal Mind ha detto...

... concordo sul uso di parole come "investire" e "ricerca" ;)

susanna ha detto...

certo, d'accordo su tutto...in famiglia cerchiamo sempre di arrangiarci su tutto: dal giardino alla pulizia di casa...insieme si condividono fatiche e sudori, ma la soddisfazione del fare da soli (e quando ci pare) diventa ecologia -se ci pensate bene - invece di correre su un tappetino come dei criceti impazziti (con tutto il rispetto per chi va in palestra) saliamo le colline e ci mettiamo in contatto con la natura -di questi tempi poi non trovi davvero nessuno, forse qualche incontro ravvicinato con...un cinghiale! Perchè tutti corrono in montagna per via della neve...oppure una buona nuotata alle piscine termali (...) o una bella ballata anche a casa, usiamolo 'sto home theatre...è uno stile di vita semplice, sano che richiama automaticamente i valori del Benessere: "stai bene con te stesso e quindi stai bene con gli altri"...

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